22.12.15

A Carlo Buccirosso non piacciono le Famiglie Arcobaleno.

Ieri sera sono stato al Teatro Diana di Napoli per assistere alla prima dello spettacolo di Carlo Buccirosso Il divorzio dei compromessi sposi, suo secondo rifacimento del romanzo manzoniano.

Nell'interpretare don Rodrigo, Buccirosso inserisce tra una battuta ed un'altra, ed a più riprese, affermazioni omofobe.
Quando i bravi gli propongono unioni tra persone dello stesso sesso, infatti, don Rodrigo li riprende severamente: 
Ci vuole ancora tempo pe'ste cose qua, non siamo ancora pronti! 
Ed incalza, dando la definizione di famiglia come dell'unione tra un uomo ed una donna, l'unica in grado di procreare


www.dopolavoroautostrademeridionali.it


Nel secondo atto fa riferimento alle adozionipossibili solo ed unicamente in presenza di un uomo e di una donna.
Il tutto costellato dall'omosessualità latente di uno dei due bravi, oggetto di scherno e motivo di ilarità.  

In un' intervista  di due giorni fa a Il Mattino lo stesso Buccirosso ha dichiarato:

Non riesco più a scrivere soltanto per far divertire. In questo copione, per esempio, dò più importanza ai valori umani, quello della famiglia innanzitutto; il suo crollo è un cancro delle nostre società[...]

È stato davvero deprimente vedere il teatro utilizzato come strumento in cui far passare un certo tipo di messaggio ed altrettanto deludente venire a conoscenza della posizione di un attore che in passato mi ha fatto ridere. Ieri sera più che ridere mi veniva da piangere.

E, mentre ci si avviava verso il finale dell'opera, quando cioè Lucia annunzia il suo voto di castità a Renzo, che si dispera: 
Che ne sarà di me? Se già dicevano che ero un mezzo uomo che ne sarà di me? 
Interviene don Rodrigo con il solito refrain: 
Passerai a chell'ata sponda!

Evidentemente io e il sig. Buccirosso abbiamo opinioni nettamente divergenti riguardo chi o cosa sottragga interezza ad un uomo.

12.12.15

I gay sono brave persone.

L'Angolo Dello Stereotipo, II Puntata.

Talvolta, per i gay e per gli angeli, si fa uso della medesima definizione: esseri di natura superiore all'umana e di giovanile bellezza.

Ieri pomeriggio sono andato a far visita al mio amico Gianni che ha un salone da parrucchiere. 
Mentre sfogliavo le riviste a disposizione dei clienti in attesa, una signora, superando di gran lunga i decibel dell'asciugacapelli, ha rivolto a Gianni uno vecchio slogan trito e ritrito:

"Sai, io non ho niente contro gli omosessuali. Ho anche un amico gay: è così tanto una brava persona..."

E se l'intenzione è quella di ostentare un'estrema apertura nei confronti degli omosessuali di sesso maschile, con questa frase si riesce ogni volta - e con invidiabile precisione - a centrare l'obiettivo diametralmente opposto.
Non che io metta in dubbio l'integrità morale dell'amico della signora, ma che un individuo possa fungere da indicatore di onestà per un intero gruppo, i cui membri sono accomunati solo dai medesimi gusti sessuali, mi pare nella maniera più assoluta riduttivo e generalizzante

Ora, un artigiano che voglia innescare un meccanismo di fidelizzazione deve riuscire a mettere in pratica le richieste del cliente e contemporaneamente a stabilire con questi un rapporto di simpatia, spesso fingendo di provare interesse o di essere d'accordo con quanto si dice. 
Gianni, oltre ad essere un bravo parrucchiere, è altresì un virtuoso comunicatore. Ha infatti avallato l'affermazione della signora senza battere ciglio.
La signora, dal canto suo, ha avvalorato quanto detto con un'interminabile sfilza di lodi ai gay, facendoli assurgere nell'Empireo, in prossimità della Madonna. O, forse, di Madonna. 

Per parte mia, non ho avuto il coraggio di sfatare il mito di un' inguaribile bigotta; sarei stato alquanto cinico se le avessi rivelato che - udite, udite! - la bontà d'animo non riguarda niente affatto l'orientamento sessuale e che ci sono gay molto più vicini al Demonio che alla Madonna. (E a Madonna).


Cara signora,

le svelerò un segreto: a questo mondo esistono gay evasori fiscali, ladri, truffatori, violenti, stupratori, pedofili, persino assassini. 

Anche quel giovanotto che le sta asciugando i capelli, lo vede? È un gay purosangue, ma anche un abile menzognero. Eh, sì. Perché sono due ore che ascolta tutto ciò che dice dandole sempre ragione, pur non approvando neppure uno dei giudizi che lei, con spregevole superbia, ha sputacchiato qua e là. 
Quel gay lì le ha detto che sarà una dea con l'acconciatura che le sta ultimando. A me, quando andrà via, dirà che con tutte quelle punte all'in su più che una dea pare un carciofo.
Un presuntuoso carciofo, per l'esattezza: ripieno di stereotipi e luoghi comuni.

Pertanto, mia cara signora, si metta l'anima in pace. 
Il mio amico gay non è abilitato a far miracoli come il suo: può dare un aspetto diverso a ciò che c'è sopra la sua testa, non a quello che c'è dentro. 






FINE DELLA SECONDA PUNTATA.

Tutte le puntate:

STAGIONE 1

1x01 Se ha i capelli corti è lesbica.
1x02 I gay sono brave persone.
1x03 Attenti alla Lesbica.

24.11.15

Perché la Melegatti ha deciso di suicidarsi.

Un suicidio: che altra definizione si potrebbe trovare per un'azienda dolciaria di fama internazionale, produttrice di pandori e panettoni, che, con il periodo natalizio alle porte, pubblichi uno slogan omofobo sul social network più letto al mondo?
Ciliegina sulla torta, il fatto è avvenuto il 20 Novembre, durante il Transgender Day of Remembrance, giornata mondiale contro la transfobia.


Melegatti, post omofobo su Facebook: l'azienda lo elimina, poi si scusa
www.repubblica.it

Ama il tuo prossimo come te stesso...basta che sia figo e dell'altro sesso!"
Un incipit sacro, senza virgolette di apertura, un finale tra il profano e il diabolico.


(Twitter @pendolaretempo)

Dopo le polemiche scatenatesi in rete l'azienda ha deciso di sostituire il post incriminato con un altro:


Un caso che ha subito riportato alla mente quello di Guido Barilla del 2013, che, alla domanda  "[...] lei non farebbe mai uno spot con una famiglia omosessuale seduta ad un tavolo?", rispose così ai microfoni di Radio 24:
"No, non lo farei. Non lo farei non per mancanza di rispetto agli omosessuali che hanno diritto di fare quello che vogliono senza disturbare gli altri, ma perché non la penso come loro e penso che la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica."
Ma l'affermazione suicida che ha dato il via al #boycottbarilla fu:
"[...] se gli piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, se non gli piace e non ci piace quello che diciamo faranno a meno di mangiarla e ne mangeranno un'altra! Ma uno non può piacere sempre a tutti..."

(Guido Barilla)
www.huffingtonpost.co.uk

In seguito però Guido Barilla ha fatto di tutto per riparare alla gaffe: incontri con associazioni LGBT e donazioni, politiche contro ogni forma di discriminazione all'interno dell'azienda, corsi contro la discriminazione, estensione della copertura sanitaria ai dipendenti transgender e reiterate pubbliche scuse rispetto alle sue affermazioni in cui ha ammesso di essere poco informato riguardo l'eterogeneità delle famiglie italiane, congiunto ad un impegno volto a conoscere ed educare.

C'è da dire che, pur avendo dei punti in comune, i due casi sono alquanto diversi. 
Guido Barilla ha dato risposte sbagliate in una diretta radiofonica, probabilmente dimenticandosi di rappresentare un'azienda di portata internazionale. 
L'azienda Melegatti invece, da quanto si legge nel comunicato pubblicato su Facebook, si è affidata ad un'agenzia pubblicitaria che ha elaborato uno slogan sbagliato. 
In molti hanno ipotizzato che si sia trattata di una mossa studiata dall'azienda per far parlare di sé: senza alcuna strategia di marketing e senza considerare il "precedente Barilla"? Pura fantascienza. 
Ancor meno probabile una scelta mirata da parte dell'agenzia di comunicazione, volta a far passare un messaggio omofobo, anche a costo di giocarsi il posto. Cosa che è accaduta. 
Che esista un'associazione di attivisti contrari al consumo di carboidrati che induca a simili affermazioni mediante ipnosi?

La mia idea è che si tratti di un modo per screditare l'azienda, non so da parte di chi e per quali ragioni.
Sicuramente tra qualche giorno ci saranno ulteriori chiarimenti.
Ma io ad un suicidio aziendale non ci credo. 
Quindi, attenzione prima di far partire un boicottaggio.




12.11.15

Se ha i capelli corti è lesbica.

L'Angolo Dello Stereotipo, I Puntata.

Ieri sera sono stato a cena fuori in un ristorantino in centro che ha aperto da poco.
A fine serata, mi trovavo all'esterno del locale, quando sento una ragazzina che, rivolgendosi ai genitori:
"Avete notato la tipa che cucinava dietro al bancone??? Era lesbica!!!"
Il padre, incuriosito dall'atteggiamento sicuro con cui la piccola adolescente asseriva ciò:
"Come fai a saperlo?"
E lei:
"Ma come!!! Aveva i capelli corti!!! È lesbica!!!"

Come se fosse un fatto ovvio, una teoria accreditata e confutata con prove certissime.
Quando si dice le nuove generazioni che insegnano la diversità alle vecchie, il nuovo che avanza!
Un'ottima occasione per coniare l'espressione il nuovo che arretra.

Nel mentre, vedo passargli proprio accanto una coppia di amiche che convivono da molti anni e che sorridono nel sentire quest'affermazione, cui segue una lunghissima serie di luoghi comuni.
Le due donne se la ridono, ma i due continuano impassibili, totalmente ignari. 
Invisibili ai loro occhi, in quanto parte di quell'oceano sommerso che sta al di là dello stagno paludoso degli stereotipi: vestitino nero attillato, tacco cento, collana di perle, make up impeccabile e soprattutto capelli lunghi, lunghissimi. 
Due lesbiche in missione segreta insomma: un chiaro esempio di criptolesbiche.

Riassumendo: l'indice di omosessualità femminile sarebbe inversamente proporzionale alla lunghezza dei capelli, viceversa quella maschile. 
Morale: Gesù ai giorni nostri sarebbe stato il presidente del'arcigay di Nazareth. E, dato il contenuto di ciò che predicava, non ci sarebbe neppure da stupirsi.






FINE DELLA PRIMA PUNTATA.


Tutte le puntate:

STAGIONE 1


15.10.15

Ballata dell'amore negato.

Questa è la storia del signor Piero,
cittadino italiano, orgoglioso e fiero.
Rispettava le leggi, pagava le tasse,
chiedeva allo Stato che lo tutelasse.

Il signor Piero s'innamorò
di don Antonio e con lui s'accasò.
Frattanto trascorsero molti anni:
tante le gioie, ma anche gli affanni.
Il desiderio di Piero ed Antonio
fu quello di unirsi in matrimonio.
E quando usciron per fare la spesa
i due si decisero a chiederlo in chiesa:
"Questa è la casa di Nostro Signore, 
accettiamo tutti, non il vostro amore!"
Provarono allora a sposarsi in Comune:
"Le vostre nozze son' inopportune!"

Questa è la storia del signor Piero,
cittadino italiano, orgoglioso e fiero.
Rispettava le leggi, pagava le tasse,
chiedeva allo Stato che lo tutelasse.

Dei senatori col Ddl
sembran maestri con le pagelle:
"Cosa gli diamo a questi qua? 
Troppi diritti co'sto Cirinnà!"
"Unioni civili? Omosessuali?
Prima i diritti degli animali!"
"Per la famiglia i gay son letali!
Altro che leggi: medicinali!!!"

Questa è la storia del signor Piero,
cittadino italiano, orgoglioso e fiero.
Rispettava le leggi, pagava le tasse,
chiedeva allo Stato che lo tutelasse.

Antonio e Piero sempre si amavano,
mentre i capelli pian piano imbiancavano.
Ed alle loro ore più estreme
chiesero d'esser sepolti insieme.
Seppur morirono nello stesso letto,
neppur la morte gli mostrò rispetto:
in città diverse furon trattenuti
i corpi abbattuti di due sconosciuti.

                                                                                                  Pendolare Del Tempo





11.10.15

Io e lei. E l'altro.

Marina e Federica - interpretate da Sabrina Ferilli Margherita Buy - fagocitano la scena con la propria storia d'amore. 

www.filmtv.it

Dopo qualche anno sotto lo stesso tetto, come accade alla stragrande maggioranza delle coppie, le due donne sono entrate nella monotona quanto rassicurante routine quotidiana, da cui derivano ritualità e meccanismi scanditi da canovacci noti, sia all'interno dello spazio domestico, sia all'esterno, al lavoro e con le rispettive famiglie.
Il film mostra dunque l'assoluta normalità di un rapporto di convivenza di una coppia qualunque, in cui è facile identificarsi o identificare.
Unica e marginale nota stonata sono i baci, poco convincenti, a tratti puerili.


www.iodonna.it

La scelta delle attrici è molto azzeccata. La spontaneità della Ferilli conferisce freschezza alla commedia e porta ai limiti della comicità la costante incertezza della Buy.
Incertezza che si manifesta anche riguardo l'orientamento sessuale di Federica, che ha alle spalle un divorzio con un uomo da cui ha avuto un figlio, e che non riesce ad accettare la nuova condizione.
In questo momento storico, in cui larga parte del pubblico ha ancora bisogno di certezze riguardo i rapporti omoaffettivi, ci si sarebbe potuti spingere fino in fondo nel descrivere gioie e dolori di questi matrimoni non riconosciuti; in tal modo si corre invece il rischio di delegittimare le donne di un'autonomia in amore e di rafforzare lo stereotipo che fa del fallo il primo motore mobile della sessualità. 

In ogni caso la regista Maria Sole Tognazzi merita un forte plauso per aver dato il proprio contributo, riuscendo a descrivere magistralmente un rapporto di convivenza tra due donne mature in maniera profonda e realistica, e per aver portato nelle sale italiane una tematica che è spesso relegata in un settore di nicchia della cinematografia.

18.9.15

La risposta ai manifesti no gay affissi a Roma la scorsa notte

Carissimi anonimi attivisti notturni che la scorsa notte avete affisso i manifesti nell'Urbe,

Ammiro il vostro gesto eroico e sovversivo, mi trovate in larga parte d'accordo con quanto affermate.
Innanzitutto voglio ringraziarvi per la bellissima immagine dei due papà sorridenti che si tengono per mano e del loro figlio che dorme sereno nella culla:

(www.gay.it)


In secondo luogo intendo rafforzare e spiegare, punto per punto, quanto ho inteso vogliate denunciare nel vostro manifesto:


1. I BAMBINI NON SI COMPRANO

Si fanno o si adottano, un dato elementare.


(www.shefinds.com)

2. NO ALLE DISCRIMINAZIONI

Sì all'uguaglianza: uguali diritti per tutti.


(www.un.org)




3. NO ALL'UTERO IN AFFITTO

Un'espressione sgradevole che fa perlopiù pensare ad un noleggio di biciclette: sì alla maternità surrogata!


(www.freepik.com)

4. NO AL MATRIMONIO E ALLE ADOZIONI GAY

Sì ai matrimoni ed alle adozioni per tutti, a prescindere da anatomia, identità ed orientamento sessuale. 



(www.marriagequality.ie)


5. La cosiddetta "stepchild adoption" prevista dal disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili consentirà alle coppie omosessuali di procurarsi ed adottare un bambino. Noi diciamo no!


Cari anonimi attivisti notturni,

Sull'ultimo punto mi avete deluso amaramente.
Procurare associato a bambino è verbo di mente, di una mente malata (vedi punto 1). 
Con i bambini vanno molto più d'accordo verbi di cuore: crescere, proteggere, amare. 
La cosa mi stupisce: proprio voi che siete così attenti alle questioni linguistiche! (vedi punto 3)

Il DDL Cirinnà non intende affatto legalizzare una tratta di minori. 
Pertanto mi duole dovervi invitare ad una più corretta informazione e, già che ci siamo, all'acquisto di una colla migliore.



(www.ilmessaggero.it)


Pendolare del Tempo.

Filastrocca della mamma imperfetta

"I genitori che si aspettano riconoscenza dai figli sono come quegli usurai 
che rischiano volentieri il capitale per percepire gli interessi."
(Franz Kafka, Diari)

Questa mattina mi sono imbattuto in una filastrocca di Enrica Tesio, autrice del blog Tiasmo, la quale in maniera molto simpatica me ne ha concessa la pubblicazione. 
Una filastrocca che consiglio a tutti, genitori e non, di leggere. 
Perché è diritto di un figlio scegliere, e dovere di un genitore lasciarglielo fare, reprimendo le proprie ansie ed aspettative, che altro non sono se non un desiderio egoistico di vedere realizzato ciò che si è fatto, o peggio, che non si è riusciti a fare.




maternity blues ovvero il blues della maternità.


C’era una mamma, una madre madrona,
la mano a saetta, la voce che tuona.
Più che un bambino voleva un soldato
Ma poi crebbe un hippie tutto arruffato.
C’era una mamma, un po’ mamma e un po’ chioccia,
di libertà ne lasciava una goccia,
le nacque una bimba paracadutista
adesso è una stuntman professionista.
C’era una mamma vegana e pittrice,
viveva di tofu col figlio, felice.
“quanti bei posti dipingerai?”
Ma invece il suo Adolfo guidò il Terzo Reich.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
C’era una mamma, femminista di razza,
mutande bruciate e tette giù in piazza,
ma ebbe una figlia, un clone di barbie
che va da Intimissimi e spende i miliardi.
C’era una mamma ingessata e ingegnera
sinapsi a quadretti, compita ed austera,
ma il figlio non legge ogni giorno i listini
compila gli oroscopi, descrive destini.
C’era una mamma Bocca di Rosa,
si dice puttana, io dico sciantosa,
il figlio giurò per la castità,
un frate trappista, in povertà.
C’era una mamma, una santa, una suora,
conosce l’amore, ma il piacere lo ignora,
crebbe un bambino, un chierichetto,
fa il pornoattore, un artista del letto.
Filastrocca del figlio perfetto
Scolpito, pensato come un angioletto
Tu lo volevi un po’ simile a te
e invece “sorpresa!” decide da sé.
Filastrocca della mamma imperfetta.
la mamma perfetta un figlio lo accetta.


10.9.15

La vita in diretta, Daniele e Francesco: "Anche noi vogliamo sposarci."

Si è da poco conclusa un'intervista a Daniele e Francesco, una coppia che ha espresso nella puntata di oggi de La vita in diretta il proprio desiderio di sposarsi.


(Daniele e Francesco)
https://www.facebook.com/lavitaindiretta

Avere figli è un tema di cui avete parlato?
La società non è pronta, risponde Daniele. E aggiunge: si parla a sproposito dell'utero in affitto (maternità surrogata, almeno voi!), si dovrebbe pensare di più ad adottare i bambini che ci sono già.

Il servizio: due giorni fa il Parlamento ha fatto un avvertimento a nove stati, tra i quali il nostro, che non riconoscono i diritti per le coppie omosessuali; si tenta da trent'anni e ad oggi il ddl Cirinnà è l'ultimo tentativo.
Il conduttore del programma, Marco Liorni, sintetizza così il ddl Cirinnà: stessi diritti ma adozione solo al figlio del partner.


(Marco Liorni)
http://www.lavitaindiretta.rai.it

Marco Palmisano, presidente del Club Santa Chiara, documento alla mano, sottolinea come la risoluzione sia non vincolante e che venga chiesto solo di considerare la possibilità
E cioè quella di offrire alle coppie omosessuali istituzioni giuridiche come la coabitazione, le unioni di fatto registrate e le nozze.

(Marco Palmisano)
urbanpost.it

E sempre Palmisano aggiunge:
Si stima che la popolazione gay in Inghilterra sia l'uno, l'uno e mezzo percento. Lo stesso in Italia, dunque ventimila tra quelli che ci stanno seguendo. Perché perdere tempo per questo?
Enrica Bonaccorti coglie la palla al balzo: 
E allora non parliamone più, approviamola e basta (la legge, ndr). Perché perdere tempo? Approviamola subito!


(Enrica Bonaccorti)
https://it.wikipedia.org

Più avanti all'interno della trasmissione sono volati altri numeri a caso. Diamo quindi un'occhiata ai dati Istat del 2012 a riguardo, specie alla parte che mi son permesso di sottolineare, molto più eloquente di tante cifre:

www.istat.it

Secondo i risultati della rilevazione, circa un milione di persone si è dichiarato omosessuale o bisessuale (pari al 2,4% della popolazione residente), il 77% dei rispondenti si definisce eterosessuale, lo 0,1% transessuale. Il 15,6% non ha risposto al quesito, mentre il 5% ha scelto la modalità “altro”, senza altra specificazione. I dati raccolti, quindi, non possono essere considerati come indicativi della effettiva consistenza della popolazione omosessuale nel nostro Paese, ma solo di quella che ha deciso di dichiararsi, rispondendo ad un quesito così delicato e sensibile, nonostante l’utilizzo di una tecnica che rispettava appieno la privacy dei rispondenti (busta chiusa e sigillata e impossibilità per l’intervistatore di verificare le risposte). 

Si torna sul tema dei figli, in particolare sulla tanto temuta Stepchild Adoption; il giornalista Mario Adinolfi
Un uomo che è andato a fare un figlio all'estero torna in Italia e il partner lo registra: è la legittimazione dell'utero in affitto. [...] Due uomini come ce l'hanno un figlio? Il figlio è figlio del partner e di un meccanismo. Oggi ci sono sette coppie sposate per ogni bambino in orfanotrofio 
Ma non erano sette donne per ogni uomo? E, dulcis in fundo, la frase che non può mai mancare:
Un bambino ha bisogno della figura materna e paterna.


(Mario Adinolfi)
https://it.wikipedia.org

Lo stilista Guillermo Mariotto lancia un invito in maniera molto calma e con un tono estremamente leggero:
[...] iniziamo da quello, lasciamo stare tutti i cavilli. [...] Chi vuole un figlio in un altro modo - e ne conosco tanti - lo trova il modo. Intanto unioni civili.

Marco Palmisano sembra allora tornare sui suoi passi: Sì, bisogna fare in fretta, perché non si può perdere altro tempo. Segue una triste conclusione: Perché non si può perdere altro tempo, non si può perdere tutto questo tempo per cinquemila, seimila persone in Italia quando ci sono tante famiglie tradizionali...

Liorni legge le limitazioni, quando non si potrà fare.
Adinolfi: Sono le stesse limitazioni del matrimonio, si fa passare la legge sul matrimonio chiamandola unioni civili. [...] E riguardo la maternità surrogataLe donne in India vengono sfruttate per poche rupie.

Il conduttore riprende il collegamento con Daniele e Francesco, chiedendo a Daniele della facoltà - contenuta nella legge - di scegliere per il cognome del figlio:
Nella coppia eterosessuale io sono perché la donna mantenga il suo di cognome, figuriamoci in questo.

8.9.15

L'Uomo Nero va in pensione: arriva il Gender.

A proposito di cose che non esistono, diciamolo, una volta e per tutte ed a chiare lettere: NON ESISTE NESSUNA TEORIA GENDER.


www.vitadadonna.com


Oramai se ne parla da anni, e tra madri ed insegnanti circolano a fasi alterne messaggi di WhatsApp che parlano di una cospirazione che starebbe avvenendo all'insaputa di quasi tutti, su scala mondiale, e che partirebbe dal basso, da molto in basso: dai bambini, per l'appunto.

Il messaggio che maggiormente è circolato quest'estate inizia così:

“Giro anche a voi un estratto del ddl Fedeli con cui il governo intende iniziare a diffondere l’educazione di genere dal prossimo settembre." 



(Valeria Fedeli)
www.valeriafedeli.it

All'interno del messaggio, che potete facilmente reperire in rete, sono elencate vere e proprie materie, distinte per età, in cui si articolerebbe questo fantomatico corso gender, si inizierebbe in fasce a seguire un corso sulla masturbazione fino ad arrivare, in età adolescenziale, all'apice di questo cursus honorum con la creazione di pornografi certificati. E se si clicca sul link allegato si firma automaticamente la petizione.

Il disegno di legge effettivamente esiste, ed è d’iniziativa del vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e di molti altri senatori, tra i quali l'on. Stefania Pezzopane. Ma, per poter giudicare un DDL, si dovrebbe quanto meno leggerlo. Esso è costituito da sei articoli, molto brevi, che vado ulteriormente a riassumere:


Art. 1. [...] l'insegnamento a carattere interdisciplinare dell'educazione di genere finalizzato alla crescita educativa, culturale ed emotiva, per la realizzazione dei princìpi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà sociale contemporanea [...] al fine di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza [...]


Art. 2. [...] includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado [...] i temi dell'uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne basata sul genere e del diritto all'integrità personale.


Art. 3 [...] il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado attivano corsi di formazione obbligatoria o integrano i programmi di quelli esistenti, per il personale docente e scolastico.


Art. 4 Le università provvedono a inserire nella propria offerta formativa corsi di studi di genere o a potenziare i corsi di studi di genere già esitenti [...]


Art. 5 1. A decorrere dall'anno scolastico 2015/2016, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado adottano libri di testo e materiali didattici corredati dalla autodichiarazione delle case editrici che attestino il rispetto delle indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione «Pari opportunità nei libri di testo» [...]

Art. 6 Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, si provvede mediante corrispondente riduzione complessiva dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale [...]

Educazione e formazione, una duplice crescita all'insegna del principio d'uguaglianza.


Da WhatsApp a Facebook il passo è breve. Pagine, link, volantini virtuali:


Una firma con inganno. Certo che questi senatori ne sanno una più del Diavolo, altro che Uomo Nero.

Andiamoci dunque a leggere anche il patto educativo di corresponsabilità, pubblicato anch'esso in maniera trasparente sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Niente, neppure qui si fa menzione di alcuna lezione gender, addirittura la parola gender o genere (che ne è la corretta traduzione dall'inglese) non compare neppure: che il Ministero dell'istruzione si sia messo a distribuire penne con poteri ipnotici?
All'interno del patto si fa infatti riferimento alla deontologia professionale dei docenti ed agli impegni e norme che conseguono, cui devono sottostare gli studenti, al fine di non compromettere il proprio percorso formativo - e di non incorrere in sanzioni, che sono altresì elencate.

Ma, senza una corretta informazione, la paura di cose che non esistono ed il derivante timore di rischiare di perdere il controllo sui propri figli ha spinto alcuni genitori a postare sui social foto dei propri figli con in mano un foglio mediante il quale ci si oppone contro il fantomatico gender che aleggerebbe sulla testa di ciascuno di noi.
Anche la pagina Facebook Associazione Evita Peron ne ha pubblicate alcune, il cui slogan è:

"No gender, l'innocenza non si tocca"

In molti le hanno invece pubblicate direttamente sul proprio profilo, ottenendo peraltro un gran numero di condivisioni. 

Questi fogli, da come sono scritti, sembrano dar voce direttamente al minore, che chiede di essere tutelato.
Alla faccia della tutela!

7.9.15

Mauro Cozzoli: "La famiglia omosessuale non esiste."

Durante la puntata di ieri di Forum ecco la mia associazione di idee all'affermazione di Mauro Cozzoli "La famiglia omosessuale non esiste":


Tra tutte, l'immagine che mi è parsa più significativa è quella in alto a destra di Babbo Natale che se la ride sotto i baffi ed invita al silenzio tutti noi, pazzi visionari.

6.9.15

Forum: La famiglia che cambia

Nello speciale appuntamento domenicale di Forum, intitolato "La famiglia che cambia", Barbara Palombelli ha così aperto il tema delle famiglie arcobaleno:
"Esistono due tribunali: un tribunale civile, necessario, ed un tribunale di coscienza, i cui limiti sono molto più difficili da superare."

(Barbara Palombelli)
www.videomediaset.it

Parte il filmato di un'intervista al senatore Sergio Lo Giudice e suo marito Michele Giarratano, genitori del piccolo Luca, nato negli Stati Uniti:
"Luca ha un doppio passaporto - dicono - ma negli Usa ha due papà, in Italia uno solo."

(Sergio Lo Giudice e Michele Giarratano)
queerblog.it

A fine servizio la conduttrice si rivolge a Mauro Cozzoli, docente di teologia morale, riguardo i bambini che definisce "nella terra di nessuno". 
Cozzoli afferma che "[...] si sconvolge l'ordine della natura [...] e ci si trova in questi ingorghi giudiziari."

(Mauro Cozzoli)
www.maurocozzoli.co.nr

Secondo Cozzoli, dunque, la soluzione non starebbe in ciò che si sta tentando di fare, e cioè nello sbloccare gli ingorghi una volta e per tutte, dando una giusta direzione a ciascun elemento in termini legislativi, bensì risolvere il problema a monte, e cioè, come vorrebbero in troppi, arrestare le cause che sconvolgono la quiete della natura: nascite "sconvolgenti", unioni "sconvolgenti", individui "sconvolgenti". 

Inizia la causa: nonna Anna contro il nipote Andrea, affidatole da bambino dai genitori. 
Dopo il matrimonio del nipote e la notizia dell'arrivo di un pronipote, salta fuori l'omosessualità di Andrea. La nuora partorisce ma rifiuta il bimbo e la storia si ripete: Anna si ritrova a crescere anche il piccolo Livio, mentre il padre è assente per dedicarsi alla musica, passione che col passare del tempo diventa il suo lavoro. 
Andrea attualmente ha un compagno stabile, Maurizio, che nonna Anna descrive così:
"Si è installato in casa con lui, si comporta da padre con il bambino ed è troppo effeminato." 
Ed in relazione a ciò aggiunge una preoccupazione riguardo le sue cattive influenze nei confronti del bambino. Due elementi tra i quali trovo difficile vederci una qualche relazione.
Andrea e Maurizio vogliono andare in America per provare ad avere un figlio ed Anna chiede l'affidamento esclusivo del minore.

Claudio Rossi Marcelli, giornalista di Internazionale, afferma ciò che la storia in questione in più punti dimostra: la facoltà di concepire non è un atto di responsabilità nei confronti del bambino.


(Claudio Rossi Marcelli, Manlio, suo marito, ed i loro tre figli)
gaywithkids.com


La Palombelli ricorda Marco, un ragazzo del pubblico, che in una precedente puntata fece coming-out per la prima volta.
Interviene il giornalista Pierluigi Diaco, che già all'inizio aveva affermato come la sessualità non sia una patente d'identità:
"Saremo un paese normale quando la sessualità sarà un dettaglio."
Certo, ma allo stato attuale delle cose parlarne tanto - se fatto nel modo giusto - può aiutare molte persone a capire e capirsi.

(Pierluigi Diaco)
www.davidemaggio.it

Barbara Palombelli, rivolgendosi a Mauro Cozzoli, afferma che il Papa si è detto più volte aperto nei confronti degli omosessuali il quale dice di avvalersi del principio di non discriminazione:
"Gli omosessuali hanno subito discriminazioni e noi come Chiesa ci siamo arrivati in ritardo."
Un'ottima partenza, uno spiraglio di apertura, che di colpo viene otturato:
"Ma il principio di non discriminazione non può contravvenire al principio di realtà, che è incontrovertibile."
"La realtà è questa." chiude Diaco.

Poi il filmato dell'intervista a Raphaelle Hoedtz e Giuseppina La Delfa, presidentessa dell'Associazione italiana Famiglie Arcobaleno, che - ricordano in studio - vanta l'iscrizione di 924 singoli associati.
Raphaelle spiega le loro difficoltà nel cercare di avere un figlio:
"Se sei fortunato la prima volta con mille euro ti va bene. Noi abbiamo provato diciassette volte."

(Giuseppina La Delfa, Raphaelle Hoedtz e i loro figli)
www.ilcittadinoonline.it

È la volta della poliziotta Stefania Pecchini, che parla del difficile percorso fisico e psicologico che l'ha portata ad un cambio di sesso. Anche la figlia, in studio accanto al genitore, racconta la sofferenza provata nel vedere il graduale processo di cambiamento, ma entrambe dichiarano una totale assenza di transfobia da parte di amici e familiari e di un'attuale condizione di serenità. 

(Stefania Pecchini)
www.matesenews.it

La Palombelli Mauro Cozzoli:
"Monsignore, se si cambia sesso si può rimanere genitore?"
"Io non la conosco (rivolgendosi a Stefania), quindi sto con il Vangelo: non giudicate.
"Ma è giusto il matrimonio omosessuale?"
Una domanda che non andrebbe fatta, mai, in nessun caso. E sono alquanto prevedibili le affermazioni discriminatorie e confuse che ne seguono:
"No, la famiglia omosessuale non esiste. Sul piano evangelico una persona che fa un matrimonio omosessuale io non la giudico, ma, su un piano oggettivo, la famiglia omosessuale sì: quindi istituzione giuridica sì, generativa no."
Diaco
"Posizione del monsignor molto avanzata."
Avanzata sì rispetto al pensiero preponderante all'interno della Chiesa ed in riferimento solo all'ultima affermazione. Ma a sentir dire che la famiglia omosessuale non esiste mi è venuto tristemente da ridere. Il non pronunciarsi poi in un giudizio, non comporta necessariamente un'accettazione. E soprattutto: dare un giudizio su qualcosa che un attimo prima si è affermato non esistere...

...ma vox Cozzoli, vox populi: la bilancia - ahinoi - si esprime a favore di nonna Anna. 
Barbara Palombelli un attimo prima di lanciare la pubblicità dà un consiglio ad Andrea e Maurizio:
"Pensateci, prima di andare in America, a fare un altro figlio!"

visconti.blogautore.espresso.repubblica.it

La sentenza rigetta la richiesta di Anna, ma anche quella di Andrea e Maurizio di portare Livio in America, in quanto arrecherebbe instabilità alla vita del bambino. Il bambino resta con la madre ed entrambi i genitori devono prendersene cura.
Tutto ciò, secondo il giudice, prescinde dall'orientamento sessuale:

"L'orientamento del genitore nulla ha a che fare con l'essere buoni o cattivi genitori."