23.2.15

Zerbino

La prima volta che sono entrato in un vostro palazzo ero con un mio collega d'università che mi aveva invitato per un caffè.

Il palazzo, - mi spiegava l'ospitale amico, mentre apriva la serratura difettosa del portone - considerando il fatto che era stato edificato negli anni '50, si manteneva piuttosto bene, ma - aggiungeva, come se si trattasse di un particolare del tutto irrilevante - non aveva l'ascensore.
"Palazzi così andrebbero abbattuti."
Espressione che mi uscì spontanea, ma che dovette sembrargli troppo drastica dato lo sguardo perplesso e gli imbarazzanti minuti di silenzio che seguirono.
Quel palazzo doveva essere stato edificato per soli individui atletici - pensai - o comunque per chi non aveva nessun tipo di difficoltà motoria, fiato allenato e poca sudorazione. Mi sembrava di essere in visita guidata ad un preistorico relitto, monumento alle barriere architettoniche.
Ero arrivato da poco e non sapevo che purtroppo si trattava un espressione molto attuale del vostro sistema.
Ovviamente la casa studenti dove abitava l'ignaro amico era all'ultimo piano.

A parte il respiro che si faceva sempre più affannoso e lo spettacolo sempre più turpe che andava espandendosi a macchia d'olio sotto le mie braccia, la cosa che mi colpì erano tutti quei tappetini rettangolari o semicircolari, di un colore più o meno simile, ciascuno davanti ad ogni porta, su qualcuno dei quali c'erano scritte con messaggi di benvenuto, in inglese o in italiano.

Ho scoperto poi che questo tappeto si chiama "zerbino", e che serve per pulirsi i piedi prima di entrare. Ma quella volta il mio amico non si pulì i piedi. Né ho mai visto qualcun altro farlo.

Inoltre mi è sembrato un oggetto altamente antigienico: non ho visto mai nessuno lavare lo zerbino, o sbatterlo, come si fa per i tappeti di casa, ma solo cambiarlo dopo un po' di tempo. Così ho capito che, sì, lo si acquista per pulirsi i piedi, ma in realtà la funzione principale dello zerbino è quella di augurare un benvenuto, anche se non vi troneggia un'esplicita scritta. Così scrivendo l'articolo precedente mi è venuto in mente quest'oggetto. Lo zerbino è per voi oggetto indispensabile, simbolo di benvenuto.

Dopo qualche giorno ero con un'amica che lamentava il fatto che la sua amica del cuore si facesse trattare in malo modo dal proprio fidanzato. "È una donna-zerbino", fu così che la definì.

Allora compresi che è radicata in voi l'idea del calpestare, per pulirsi i piedi, collegata allo zerbino, anche se non lo si fa quasi mai. O forse quell'espressione è collegata alla consapevolezza della poca cura che prestate a questo oggetto.

P. D. T.



Nessun commento:

Posta un commento

Puoi lasciare un commento qui, se ti va :)