27.2.15

No gender? No party!

"No gender? No party!" Eh, sì, perché il video pubblicato in questi giorni da ProVita (che a rigore dovrebbe chiamarsi ContraVita), a primo impatto sembra una versione parodiata di una pubblicità di inizio anni '90. Lo schermo ultrapiatto che figura sullo sfondo ci ricorda che siamo in anni più recenti. Ma non temete: se siete nostalgici e volete provare l'ebbrezza di andare indietro nel tempo vi basta prestare attenzione a quanto dicono i due protagonisti, riusciranno senz altro a farvi arrivare ben oltre l'ultimo ventennio!

Se non l'avete già fatto, vi consiglio di guardarlo, per avere la consapevolezza delle distorsioni provocate dall'ignoranza e dai suoi proseliti. Sono cose che vanno fatte, come quando da bambini ci si tappa il naso per attutire il sapore di una medicina orribile. 
Cattiva visione! (Non so voi, io il naso l'ho tappato).



Epilogo di un cofanetto regalo

Ovviamente solo questo pomeriggio mi sono ricordato di possedere un cofanetto regalo. Era finito con l'andare lui a rilassarsi, e non in un centro benessere, ma in una mensola remota della mia libreria. 
In più mi sono accorto che la scadenza è tra pochi giorni. Così ho colto la palla al balzo ed ho deciso di usufruirne domani e di proseguire con qualche giorno di vacanza in una località amena. L'ho spulciato un po' in lungo ed in largo, ho letto le modalità di prenotazione, le varie opzioni ed ho scelto un centro.

Preferisco sempre evitare di parlare al telefono, una fobia sociale molto comune. Fortunatamente leggo che c'è la possibilità di prenotare direttamente sul sito della compagnia. 
Prendo il cellulare, Inserisco il codice ma mi da una pagina di errore.
Accendo il computer. Ripeto la procedura. Ancora errore. 

Mi preparo un discorso e telefono.
Mi risponde una signorina dalla voce annoiata:
"Pronto?"
Lì per lì ho pensato di aver chiamato ad un privato, per errore.
"Centro benessere X"
Con una voce ancora più annoiata della precedente.
"Volevo effettuare una prenotazione, ho ricevuto un cofanetto regalo."
"Un attimo solo."
Sento che parla con qualcuno, non si capisce di cosa, penso che mi passi qualcun altro invece torna dopo un paio di minuti  (sono convinto che in questi passaggi ci sia un autocompiacimento nel far attendere inutilmente qualcuno). Stessa voce, ancor più disinteressata :
"Sì, mi dica."
"Le dicevo, ho un cofanetto regalo, volevo effettuare una prenotazione."
"Mi da i suoi dati?"
"Prima mi potrebbe dire se c'è disponibilità per domani?"
"Già per domani? Un attimo che controllo. Ma non credo."
Ancora attesa. Un centro benessere con un'agenda dello spessore di una Bibbia. Ritorna:
"Eh, infatti, di pomeriggio niente. Le va bene di mattina?"
Ora, nell'offerta c'è scritto che il centro fa orario continuato dalle 8 alle 22. Quando termina la mattina in un orario continuato? Sembrava di parlare con la Sfinge. Per essere più precisi con la Sfinge che si sforzava di farmi un favore. Mantengo la calma:
"A che ora?"
"Di mattina.
Fare una domanda integrativa e sentirsi ripetere la stessa cosa mette a dura prova i nervi di chiunque.
"Mezzogiorno va bene?"
"Eh..."
Tentenna. (Allora mezzogiorno non è mattina?!?)
"Mezzogiorno va bene."
Con non troppa sicurezza, come se la cosa non la riguardasse. 
"Le dò il codice?"
"No, mi devi dare i dati."
Faccio finta di non aver sentito quella seconda persona singolare. 
"Nome e cognome?
"Hai dato un'occhiata al cofanetto? Che opzione hai scelto?"
Allora è vizio! Ribadisco la terza persona:
"Quale opzione, mi scusi?
"Quale vuoi fare tra cromoterapia, sauna...
...ed una serie di parole inglesi che suonavano molto glam ma di cui ignoravo il significato.
"Guardi, sul pacchetto c'è scritto il percorso prevede cromoterapia, sauna..."
Mi interrompe: 
"No, devi scegliere."
"Grazie, allora scelgo con calma, la richiamo."
Di calma era rimasta ben poca. Offerta segnalata al centro servizi che online non funzionava, ho dovuto parlare anche con la signorina del centro servizi che doveva essere imparentata con la signorina del centro benessere, più o meno stesso canovaccio.

Non volevo rovinarmi il fine settimana al primo tentativo. 
Così ho deciso di chiamare un altro centro benessere anche se fuori zona. 

"Pronto, centro benessere Y."
"Salve, ho acquistato un cofanetto regalo."
"No, non è questo il numero."
"?...mi scusi ma questo è il numero che c'è nel cofanetto in riferimento al vostro centro."
"Sì, ci hanno inserito ma noi non abbiamo mai aderito."
"Grazie, arrivederci."

Sconfortato guardo il cofanetto. Vi troneggia una scritta: COFANETTO RELAX. 
Vorrei richiamare il centro servizi per suggerire di cambiarla con "COFANETTO STRESS, poi, FORSE, relax." Ma credo di averne abbastanza con le telefonate, per oggi.

26.2.15

Preludio di un cofanetto regalo

Vi racconto cosa mi è successo oggi. Da dove partire? Ah sì, da qualche mese fa, cioè dal giorno del mio compleanno.

Avevo deciso di una festeggiarlo a casa con gli amici più cari.

Un compleanno come tanti. Le prime citofonate della serata, le prime aperture di porta, i primi auguri (con un'intensità inverosimile sulla seconda "u") ed anche i primi regali. Odio aprire tutti i regali in un solo momento della serata.

Una coppia di cari amici ancora sullo zerbino - lo so, sto in fissa - mi porge un pacchetto di forma quadrata, sembrava un libro, lo tasto, sento le pagine, sarà un libro, vedo il marchio di una famosa libreria, ok, è un libro.
Mentre lo scartoccio i due mi fanno una premessa:
"Sai, ti abbiamo visto stressato negli ultimi tempi, hai bisogno di un po' di RELAX".
"Allora non è un libro", penso. (Non che i libri non mi rilassino; ma alzi la mano chi pensa ad un libro se dico la parola "relax"!) Lo guardo: è proprio un libro.
Li ringrazio anche se un po' perplesso.

Mi spiegano che si tratta di un pacchetto che mi consente di scegliere tra diversi centri benessere in tutta Italia per un percorso rilassante già pagato.

["Scrivano, togli questi due dalla lista nera, e rimettili nella bianca."
"Ma...ma...se li ho appena cancellati..."
"Scrivano, rimettili, non ti pago per contraddirmi."
"Sì, sua maestà."]*

Era da quando avevo sentito parlare di questi pacchetti che avevo desiderato riceverne uno. Che poi non è che in quel periodo fossi chissà quanto stressato, ma avevo tanti, tanti mesi per poterlo sfruttare.




*Ho alle mie dipendenze uno scrivano che si chiama Faus, che si occupa dei nomi del mio librone bianco e di quello nero secondo le mie volontà. Gli dico sempre di essere troppo fumantino, ma so bene che i suoi continui malumori sono causati dalla frustrazione di non riuscire a trovare una fidanzata. In compenso guadagna molto perché con me ha tanto da lavorare ed in più gli do un extra perché mi chiami Sua Maestà.


23.2.15

Zerbino

La prima volta che sono entrato in un vostro palazzo ero con un mio collega d'università che mi aveva invitato per un caffè.

Il palazzo, - mi spiegava l'ospitale amico, mentre apriva la serratura difettosa del portone - considerando il fatto che era stato edificato negli anni '50, si manteneva piuttosto bene, ma - aggiungeva, come se si trattasse di un particolare del tutto irrilevante - non aveva l'ascensore.
"Palazzi così andrebbero abbattuti."
Espressione che mi uscì spontanea, ma che dovette sembrargli troppo drastica dato lo sguardo perplesso e gli imbarazzanti minuti di silenzio che seguirono.
Quel palazzo doveva essere stato edificato per soli individui atletici - pensai - o comunque per chi non aveva nessun tipo di difficoltà motoria, fiato allenato e poca sudorazione. Mi sembrava di essere in visita guidata ad un preistorico relitto, monumento alle barriere architettoniche.
Ero arrivato da poco e non sapevo che purtroppo si trattava un espressione molto attuale del vostro sistema.
Ovviamente la casa studenti dove abitava l'ignaro amico era all'ultimo piano.

A parte il respiro che si faceva sempre più affannoso e lo spettacolo sempre più turpe che andava espandendosi a macchia d'olio sotto le mie braccia, la cosa che mi colpì erano tutti quei tappetini rettangolari o semicircolari, di un colore più o meno simile, ciascuno davanti ad ogni porta, su qualcuno dei quali c'erano scritte con messaggi di benvenuto, in inglese o in italiano.

Ho scoperto poi che questo tappeto si chiama "zerbino", e che serve per pulirsi i piedi prima di entrare. Ma quella volta il mio amico non si pulì i piedi. Né ho mai visto qualcun altro farlo.

Inoltre mi è sembrato un oggetto altamente antigienico: non ho visto mai nessuno lavare lo zerbino, o sbatterlo, come si fa per i tappeti di casa, ma solo cambiarlo dopo un po' di tempo. Così ho capito che, sì, lo si acquista per pulirsi i piedi, ma in realtà la funzione principale dello zerbino è quella di augurare un benvenuto, anche se non vi troneggia un'esplicita scritta. Così scrivendo l'articolo precedente mi è venuto in mente quest'oggetto. Lo zerbino è per voi oggetto indispensabile, simbolo di benvenuto.

Dopo qualche giorno ero con un'amica che lamentava il fatto che la sua amica del cuore si facesse trattare in malo modo dal proprio fidanzato. "È una donna-zerbino", fu così che la definì.

Allora compresi che è radicata in voi l'idea del calpestare, per pulirsi i piedi, collegata allo zerbino, anche se non lo si fa quasi mai. O forse quell'espressione è collegata alla consapevolezza della poca cura che prestate a questo oggetto.

P. D. T.



Benvenuti

Ciao a tutti, navigatori, ammiragli, balene e marinai. Benvenuti nel mio blog. 

Non sono un blogger comune, sono quello che nella vostra epoca si chiama "time traveler", nella vostra lingua "viaggiatore del tempo". 

Sono uno studente del futuro in viaggio nella vostra linea spazio-temporale per raccogliere materiale per la mia tesi di laurea dal titolo: "OMOFOBIA, malattia pandemica degli anni Zero."

Come studente meritevole dell'anno da cui provengo ho vinto questo viaggio indietro nel tempo per poter raccogliere materiale per la mia tesi di laurea.
Il modo più semplice per conoscervi meglio - che mi è stato suggerito dal relatore della tesi - è di seguire i corsi di una vostra facoltà di mio interesse fingendo di esservi iscritto.
Ho però il divieto più assoluto di rilasciare qualunque tipo d'informazione che potrebbe interferire con la vostra linea-spazio temporale.

Questo blog costituirà l'insieme di riflessioni che verrà fuori dalla mia osservazione su di voi.

P. D. T.