15.6.16

Perché i morti di Orlando sono meno importanti di altri morti.

Siamo stati tutti Charlie, poi siamo stati Paris, siamo stati tutti Bruxelles, e molte altre varianti hanno dato vita agli hashtag virali del je suis.
Oggi però quei cinquanta morti e cinquantatré feriti non meritano la stessa attenzione mediatica ed il medesimo spazio sui social che è stato concesso ad altri, oggi sono in pochi ad essere Orlando.

Perché? Perché alla notizia delle morti di Parigi e Bruxelles siamo stati tutti colti dal pathos provocato da un processo di identificazione. Qui - ed in altri casi come la Siria - ad identificarsi non si riesce proprio. 
Si pensa: potrei trovarmi in una stazione della metropolitana, in un teatro, in un locale. Ma in un locale gay no, non potrei mai trovarmi.
Forti di questa invincibile corazza, ci sembra inutile sprecare energie, inutile condividere almeno un post per esprimere cordoglio, inutile coniare l'ennesimo hashtag del jesuis. Conserviamolo per qualcosa di più importante, conserviamolo per morti che potrebbero interessare. A chi interessa di questi morti? Io non potrei essere tra loro, Je ne suis pas gay, Je ne suis pas Orlando.
Si è voluta poi marginalizzare l'omofobia, occultare il movente che invece è alla base dell'attentato.
Ed in un momento in cui c'era bisogno di silenzio, gli Europei di calcio hanno fatto solo rumore.
In un momento in cui c'era bisogno di rispetto, è salita a galla la melma più macabra dell'omofobia, quella che non si ferma neppure dinanzi alla morte.


Come il caso dell'avvocato Carlo Taormina, che imputa la colpa alle stesse vittime: 


O quello della cantante lirica Nicoletta Ciliento, a cui sta a cuore il benessere dell'infanzia:


E molti altri. Alcuni esempi:




Un inaspettato messaggio di solidarietà è giunto alla comunità LGBT da Mario Adinolfi: 



Correlato dal promemoria dell'attento Dario Ballini:



Ciliegina marcia sulla torta avariata, l'attore Alberto Mosca, che, a poche ore dalla strage, sulla sua pagina Facebook proponeva il napalm come alternativa alle unioni civili: 


Contattato da Il Messaggero ha dichiarato:

«Ho scritto una frase fuori luogo frutto di una rabbia generale che mi porto dentro verso tutto ciò che è eccessivo, violento, volgare, aggressivo, arrogante, eccentrico e lesivo della libertà altrui. Ho sicuramente sbagliato. Questo però non fa di me un assassino o un istigatore alla violenza, a mio modo di vedere. Se ho sbagliato mi sembra che stia pagando abbastanza visto che sono stato segnalato reiteratamente a fb e denunciato amolte autorità Non è stato nessun modo per farmi pubblicità perché se così fosse stato avrei avuto successo e visibilità molto prima. Ho molti amici gay, di colore, stranieri e via così e non ho pregiudizi razzisti ma non tollero gli eccessi».

Insomma, la comunità LGBT è considerata di serie B sia da viva che da morta. 
Prendetevele fino in fondo però le responsabilità del caso, siate coerenti con voi stessi, abbiate l'onestà intellettuale di dichiarare: Je suis Omar Mateen.

1.6.16

VIDEO [Gay Pride di Napoli 2016] Famiglie Arcobaleno - We Are Family

UNIONI CIVILI, un video per riflettere.


A cura di Pendolare Del Tempo.

Sono uno studente proveniente dal futuro sulla vostra linea spazio-temporale per scrivere la mia tesi di laurea: "OMOFOBIA, malattia pandemica del XXI secolo."

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