24.11.15

Perché la Melegatti ha deciso di suicidarsi.

Un suicidio: che altra definizione si potrebbe trovare per un'azienda dolciaria di fama internazionale, produttrice di pandori e panettoni, che, con il periodo natalizio alle porte, pubblichi uno slogan omofobo sul social network più letto al mondo?
Ciliegina sulla torta, il fatto è avvenuto il 20 Novembre, durante il Transgender Day of Remembrance, giornata mondiale contro la transfobia.


Melegatti, post omofobo su Facebook: l'azienda lo elimina, poi si scusa
www.repubblica.it

Ama il tuo prossimo come te stesso...basta che sia figo e dell'altro sesso!"
Un incipit sacro, senza virgolette di apertura, un finale tra il profano e il diabolico.


(Twitter @pendolaretempo)

Dopo le polemiche scatenatesi in rete l'azienda ha deciso di sostituire il post incriminato con un altro:


Un caso che ha subito riportato alla mente quello di Guido Barilla del 2013, che, alla domanda  "[...] lei non farebbe mai uno spot con una famiglia omosessuale seduta ad un tavolo?", rispose così ai microfoni di Radio 24:
"No, non lo farei. Non lo farei non per mancanza di rispetto agli omosessuali che hanno diritto di fare quello che vogliono senza disturbare gli altri, ma perché non la penso come loro e penso che la famiglia a cui ci rivolgiamo noi è comunque una famiglia classica."
Ma l'affermazione suicida che ha dato il via al #boycottbarilla fu:
"[...] se gli piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, se non gli piace e non ci piace quello che diciamo faranno a meno di mangiarla e ne mangeranno un'altra! Ma uno non può piacere sempre a tutti..."

(Guido Barilla)
www.huffingtonpost.co.uk

In seguito però Guido Barilla ha fatto di tutto per riparare alla gaffe: incontri con associazioni LGBT e donazioni, politiche contro ogni forma di discriminazione all'interno dell'azienda, corsi contro la discriminazione, estensione della copertura sanitaria ai dipendenti transgender e reiterate pubbliche scuse rispetto alle sue affermazioni in cui ha ammesso di essere poco informato riguardo l'eterogeneità delle famiglie italiane, congiunto ad un impegno volto a conoscere ed educare.

C'è da dire che, pur avendo dei punti in comune, i due casi sono alquanto diversi. 
Guido Barilla ha dato risposte sbagliate in una diretta radiofonica, probabilmente dimenticandosi di rappresentare un'azienda di portata internazionale. 
L'azienda Melegatti invece, da quanto si legge nel comunicato pubblicato su Facebook, si è affidata ad un'agenzia pubblicitaria che ha elaborato uno slogan sbagliato. 
In molti hanno ipotizzato che si sia trattata di una mossa studiata dall'azienda per far parlare di sé: senza alcuna strategia di marketing e senza considerare il "precedente Barilla"? Pura fantascienza. 
Ancor meno probabile una scelta mirata da parte dell'agenzia di comunicazione, volta a far passare un messaggio omofobo, anche a costo di giocarsi il posto. Cosa che è accaduta. 
Che esista un'associazione di attivisti contrari al consumo di carboidrati che induca a simili affermazioni mediante ipnosi?

La mia idea è che si tratti di un modo per screditare l'azienda, non so da parte di chi e per quali ragioni.
Sicuramente tra qualche giorno ci saranno ulteriori chiarimenti.
Ma io ad un suicidio aziendale non ci credo. 
Quindi, attenzione prima di far partire un boicottaggio.




12.11.15

Se ha i capelli corti è lesbica.

L'Angolo Dello Stereotipo, I Puntata.

Ieri sera sono stato a cena fuori in un ristorantino in centro che ha aperto da poco.
A fine serata, mi trovavo all'esterno del locale, quando sento una ragazzina che, rivolgendosi ai genitori:
"Avete notato la tipa che cucinava dietro al bancone??? Era lesbica!!!"
Il padre, incuriosito dall'atteggiamento sicuro con cui la piccola adolescente asseriva ciò:
"Come fai a saperlo?"
E lei:
"Ma come!!! Aveva i capelli corti!!! È lesbica!!!"

Come se fosse un fatto ovvio, una teoria accreditata e confutata con prove certissime.
Quando si dice le nuove generazioni che insegnano la diversità alle vecchie, il nuovo che avanza!
Un'ottima occasione per coniare l'espressione il nuovo che arretra.

Nel mentre, vedo passargli proprio accanto una coppia di amiche che convivono da molti anni e che sorridono nel sentire quest'affermazione, cui segue una lunghissima serie di luoghi comuni.
Le due donne se la ridono, ma i due continuano impassibili, totalmente ignari. 
Invisibili ai loro occhi, in quanto parte di quell'oceano sommerso che sta al di là dello stagno paludoso degli stereotipi: vestitino nero attillato, tacco cento, collana di perle, make up impeccabile e soprattutto capelli lunghi, lunghissimi. 
Due lesbiche in missione segreta insomma: un chiaro esempio di criptolesbiche.

Riassumendo: l'indice di omosessualità femminile sarebbe inversamente proporzionale alla lunghezza dei capelli, viceversa quella maschile. 
Morale: Gesù ai giorni nostri sarebbe stato il presidente del'arcigay di Nazareth. E, dato il contenuto di ciò che predicava, non ci sarebbe neppure da stupirsi.






FINE DELLA PRIMA PUNTATA.


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STAGIONE 1