8.9.15

L'Uomo Nero va in pensione: arriva il Gender.

A proposito di cose che non esistono, diciamolo, una volta e per tutte ed a chiare lettere: NON ESISTE NESSUNA TEORIA GENDER.


www.vitadadonna.com


Oramai se ne parla da anni, e tra madri ed insegnanti circolano a fasi alterne messaggi di WhatsApp che parlano di una cospirazione che starebbe avvenendo all'insaputa di quasi tutti, su scala mondiale, e che partirebbe dal basso, da molto in basso: dai bambini, per l'appunto.

Il messaggio che maggiormente è circolato quest'estate inizia così:

“Giro anche a voi un estratto del ddl Fedeli con cui il governo intende iniziare a diffondere l’educazione di genere dal prossimo settembre." 



(Valeria Fedeli)
www.valeriafedeli.it

All'interno del messaggio, che potete facilmente reperire in rete, sono elencate vere e proprie materie, distinte per età, in cui si articolerebbe questo fantomatico corso gender, si inizierebbe in fasce a seguire un corso sulla masturbazione fino ad arrivare, in età adolescenziale, all'apice di questo cursus honorum con la creazione di pornografi certificati. E se si clicca sul link allegato si firma automaticamente la petizione.

Il disegno di legge effettivamente esiste, ed è d’iniziativa del vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e di molti altri senatori, tra i quali l'on. Stefania Pezzopane. Ma, per poter giudicare un DDL, si dovrebbe quanto meno leggerlo. Esso è costituito da sei articoli, molto brevi, che vado ulteriormente a riassumere:


Art. 1. [...] l'insegnamento a carattere interdisciplinare dell'educazione di genere finalizzato alla crescita educativa, culturale ed emotiva, per la realizzazione dei princìpi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà sociale contemporanea [...] al fine di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza [...]


Art. 2. [...] includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado [...] i temi dell'uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne basata sul genere e del diritto all'integrità personale.


Art. 3 [...] il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado attivano corsi di formazione obbligatoria o integrano i programmi di quelli esistenti, per il personale docente e scolastico.


Art. 4 Le università provvedono a inserire nella propria offerta formativa corsi di studi di genere o a potenziare i corsi di studi di genere già esitenti [...]


Art. 5 1. A decorrere dall'anno scolastico 2015/2016, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado adottano libri di testo e materiali didattici corredati dalla autodichiarazione delle case editrici che attestino il rispetto delle indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione «Pari opportunità nei libri di testo» [...]

Art. 6 Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, si provvede mediante corrispondente riduzione complessiva dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale [...]

Educazione e formazione, una duplice crescita all'insegna del principio d'uguaglianza.


Da WhatsApp a Facebook il passo è breve. Pagine, link, volantini virtuali:


Una firma con inganno. Certo che questi senatori ne sanno una più del Diavolo, altro che Uomo Nero.

Andiamoci dunque a leggere anche il patto educativo di corresponsabilità, pubblicato anch'esso in maniera trasparente sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Niente, neppure qui si fa menzione di alcuna lezione gender, addirittura la parola gender o genere (che ne è la corretta traduzione dall'inglese) non compare neppure: che il Ministero dell'istruzione si sia messo a distribuire penne con poteri ipnotici?
All'interno del patto si fa infatti riferimento alla deontologia professionale dei docenti ed agli impegni e norme che conseguono, cui devono sottostare gli studenti, al fine di non compromettere il proprio percorso formativo - e di non incorrere in sanzioni, che sono altresì elencate.

Ma, senza una corretta informazione, la paura di cose che non esistono ed il derivante timore di rischiare di perdere il controllo sui propri figli ha spinto alcuni genitori a postare sui social foto dei propri figli con in mano un foglio mediante il quale ci si oppone contro il fantomatico gender che aleggerebbe sulla testa di ciascuno di noi.
Anche la pagina Facebook Associazione Evita Peron ne ha pubblicate alcune, il cui slogan è:

"No gender, l'innocenza non si tocca"

In molti le hanno invece pubblicate direttamente sul proprio profilo, ottenendo peraltro un gran numero di condivisioni. 

Questi fogli, da come sono scritti, sembrano dar voce direttamente al minore, che chiede di essere tutelato.
Alla faccia della tutela!

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