Nell'interpretare don Rodrigo, Buccirosso inserisce tra una battuta ed un'altra, ed a più riprese, affermazioni omofobe.
Quando i bravi gli propongono unioni tra persone dello stesso sesso, infatti, don Rodrigo li riprende severamente:
Ci vuole ancora tempo pe'ste cose qua, non siamo ancora pronti!
Ed incalza, dando la definizione di famiglia come dell'unione tra un uomo ed una donna, l'unica in grado di procreare.
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Nel secondo atto fa riferimento alle adozioni, possibili solo ed unicamente in presenza di un uomo e di una donna.
Il tutto costellato dall'omosessualità latente di uno dei due bravi, oggetto di scherno e motivo di ilarità.
In un' intervista di due giorni fa a Il Mattino lo stesso Buccirosso ha dichiarato:
Non riesco più a scrivere soltanto per far divertire. In questo copione, per esempio, dò più importanza ai valori umani, quello della famiglia innanzitutto; il suo crollo è un cancro delle nostre società; [...]
È stato davvero deprimente vedere il teatro utilizzato come strumento in cui far passare un certo tipo di messaggio ed altrettanto deludente venire a conoscenza della posizione di un attore che in passato mi ha fatto ridere. Ieri sera più che ridere mi veniva da piangere.
E, mentre ci si avviava verso il finale dell'opera, quando cioè Lucia annunzia il suo voto di castità a Renzo, che si dispera:
Che ne sarà di me? Se già dicevano che ero un mezzo uomo che ne sarà di me?
Interviene don Rodrigo con il solito refrain:
Passerai a chell'ata sponda!
Evidentemente io e il sig. Buccirosso abbiamo opinioni nettamente divergenti riguardo chi o cosa sottragga interezza ad un uomo.
Qualche decennio fa, quello a cui hai assistito, era nel nostro Paese la norma (minuscola, non come la scriveva Mieli) intendo che era prassi infarcire qualsiasi espressione pubblica (non artistica) di battute. C'è un bellissimo film di Gianni Amelio che racconta il clima culturale di quel tempo; per altro, non molto cambiato. È deprimente, hai ragione, vedere usato il Teatro a questo modo ma ancor più deprimente è un uomo di cultura ascoltarlo fare quelle dichiarazioni la cui ovvia conseguenza è che una coppia in cui per varie ragioni - età, disabilità, condizioni di salute ecc. - non possa procreare e, quindi a priori non dovrebbe praticare sesso, non sia degna di considerazione ma anzi di stigma sociale. Si dia anche Buccirosso all'asistenza oppure a ogni effusione incrementi la natalità media e paghi alimenti ecc. ai suoi legittimi discendenti. Da donna lesbica, da persona disabile e infine da signora matura non solo mi deprime ma mi fa anche infuriare poiché mi aspetterei che un uomo di cultura esprimesse certamente le sue idee, che sono diametralmente opposte alle mie come abbiamo capito, senza franare nella stupidità, nel luogo comune, oserei dire nell'ignoranza per la quale appunto non si rende conto che il sesso autorizzato solo per la procreazione, è non solo una visione cattolica e oscurantista ma si allarga a macchia d'olio offendendo la dignità e i diritti di una marea di individui, fra potrebbe starci lui stesso. Gli spettatori di quella sera dovrebbero, se hanno un amico oppure un parente omosessuale, chiedere indietro i soldi del biglietto; se non fossimo il Paese ipocrita e individualista che siamo.
RispondiEliminaCosì mi riallaccio al post precedente e ti racconto che qualche giorno fa ho ricevuto la mail di una mia lettrice che si è incazzata così tanto per alcune affermazioni sul mondo omosessuale che ho fatto nel mio libro, da scrivermi alle 6.25 del mattino; ma tu pensa: non se ne poteva stare a letto con la sua compagna o dare la colazione al cane, non aveva altro da fare che scrivere a me o ppure io l'ho davvero provocata. Comunque sia, nel mio libro ho più volte posto l'accento sull'ipocrisia, talvolta necessaria ma talatra del tutto calcolata, dell'ambiente gay e lesbico. Non mi scuso, assolutamente, di nulla tuttavia vorrei dire che ai miei tempi ho imparato che il sesso è una palla multicolore tutta da esplorare e che proprio la mia condizione esistenziale avrebbe dovuto rendermi, non migliore ma diversa, poichè appunto provavo sulla mia pelle cos'era la discriminazione, la manipolazione di concetti basilari della natura umana ecc. Sono vecchia abbastanza da non stupirmine e sapere che vige ancora il: è gay ma non è un assassino. E sono certa che Buccirosso non saprebbe cogliere dove sta l'insensatezza e l'ingiustizia di questo detto popolare.
Ti auguro buone feste, alla prossima lettura del tuo bel blog
Triste, anzi tristissimo, e ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza in teatro.
RispondiEliminaNon riesco a concepire come sia possibile: non solo Buccirosso sottolinea quale sia, secondo lui, una "famiglia" in piena regola, la stessa che è voluta dalla Chiesa retrogada, ma appoggia e con ilarietà giustifica lo schernire. Non è affatto giusto!
Una famiglia non è semplicemente basata su una relazione uomo-donna e e sui legami biologici, infatti una vera famiglia esiste solo si fonda rispetto, onestà e amore.
La mia famiglia ha fatto una gran bella fine, eppure era quella "classica"... hahah
Continua così.
Un abbraccio,
Valentina