12.5.16

Lettera aperta a chi era (ed è) contrario alle unioni civili.

Caro Oppositore,

Questa mattina ho immaginato lo stupore nei tuoi occhi al tuo risveglio: tua moglie accanto a te nel letto ed i tuoi figli nella camera accanto illuminati dalle prime luci di un nuovo giorno che gli rigavano le guance.
Ogni cosa stamattina era esattamente nel posto in cui l'avevi lasciata ieri sera e la tua vita familiare, sociale e lavorativa non è per nulla cambiata.

Caro Cavaliere con la macchia e con la paura,

Come vedi l'istituzione delle unioni civili né in Italia né altrove ha fatto svanire nel nulla la famiglia tradizionale, sacro baluardo che hai innalzato in una cieca lotta contro un fantasma evanescente, gettando in pasto alla burocrazia infanti in carne ed ossa.

Caro Eterofobo,

Per evitare di superare la tua angoscia rispetto ad un mondo in trasformazione hai finito con l'elemosinare una forma di compromesso, che ponesse un freno a chi metteva a nudo le tue ansie e la vacuità delle tue argomentazioni.

Caro Omofobo,

In questi mesi hai sputato veleno contro chi ti guardava dall'altra parte dello schermo, hai mostrato il lato più oscuro dell'essere umano, capace di calpestare qualunque cosa gli si pari innanzi pur di affermare l'idea di chi non guarda al di là del proprio naso.

Caro Cittadino italiano contrario alle unioni civili,

Gioisci. Oggi è un giorno migliore, per te e per i tuoi figli.
Questo è solo il principio di un lento progredire non solo per quella che tu chiami lobby, ma per l'umanità tutta.
Ricorda che una persona che partecipa alla vita del tuo paese ma che non usufruisce degli stessi diritti e doveri tuoi non può essere definito cittadino italiano, egli un semplice contribuente che non riuscirà mai ad inserirsi a pieno nell'intricata rete familiare, sociale e lavorativa che a te sta tanto a cuore.

                                                                 
12 Maggio 2016                                                                                                   Pendolare Del Tempo.



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